Pubblichiamo l’intervista del portale CICLISTE.EU alla nostra Catia Carretta.
Profuma di positività, passione e determinazione. Non si ferma mai: … è Catia Carretta!
Una passione talmente grande da seguirla e trasmetterla ai bambini, le difficoltà superate, la voglia costante di mettersi in gioco senza arrendersi e accontentarsi mai: la storia di Catia Carretta.
La motivazione di Noemi Pilat ci aveva proprio incuriosito… una ragazza che non si scoraggia mai e che trova sempre qualcosa di positivo….
Catia Carretta ci racconta la sua storia fatta di passione, amore e determinazione, inebriandoci di positività e di ottimismo.
“Ho 19 anni e frequento la facoltà di scienze dell’educazione all’Università degli studi di Trieste.
Sono amante dello sport fin da piccola, grazie ai miei genitori che mi hanno fatto provare moltissimi sport. Uno dei principali è stato il nuoto, che amavo tantissimo e che ho praticato a livello agonistico fino all’età di 15 anni.”
Quando hai iniziato?
Ho iniziato con la mountain bike all’età di sei anni, praticandola solamente di domenica con mio papà, che, da amatore, partecipa ad alcune gare. È stato lui a trasmettermi la passione, questa grande passione, con i suoi principi di sacrifico, impegno e costanza.
Da esordiente ho deciso di fare una scelta tra i due sport e di fare le cose seriamente con la bicicletta, cambiando anche squadra e passando – da allieva primo anno – dalla squadra amatoriale Zero 5 Bike Team alla Bike Tribe Salgareda.
Mi sono tesserata con la Bike Tribe Salgareda per avere più stimoli e più compagni di squadra. Con loro – non solo una squadra, ma una famiglia unica e unita insieme – ho avuto il mio primo e vero allenatore.
Le prime soddisfazioni?
Da allieva ho conquistato la maglia provinciale – che ho indossato una seconda volta lo scorso anno, nel 2016 – e un secondo posto alla Veneto Cup, dove ogni anno mi sono piazzata tra le prime cinque (tra le prime tre nel provinciale).
Da allieva ho indossato anche la maglia del Veneto, rappresentandolo agli Internazionali d’Italia giovanili a Chies d’Alpago. Un’esperienza stupenda e piena di ricordi.
Un amore a prima vista?
Mi sono innamorata subito della bici ed è diventata una dipendenza quando ho iniziato a praticare questo sport seriamente.
La bicicletta mi svuota dai pensieri negativi, mi fa ragionare, mi fa prendere le giuste decisioni.
Grazie alla MTB ho potuto conoscere persone meravigliose, fare nuove conoscenze e girare le varie regioni. Credo sia una cosa bellissima viaggiare ed è una fortuna che spesso dimentichiamo.
E adesso…
Io pratico XC, qualche granfondo e poco XCE, anche se mi incuriosisce molto e ho partecipato a due eliminator.
In questi ultimi due anni ho iniziato a praticare Enduro, soprattutto con i miei compagni di squadra e sto pensando di fare qualche gara il prossimo anno, ma ancora la questione non è ben definita.
Cosa ti trasmette il ciclismo?
Credo che il nostro sport sia un maestro di vita. Per questo ho conseguito il primo livello di direttore sportivo e seguo i giovanissimi della nostra squadra che sono quasi una ventina (un numero che cresce ogni mese).
Amo il fatto di poter trasmettere la mia disciplina e la mia passione, non solo l’uso della bicicletta e il modo in cui praticare MTB, ma anche i suoi principi, come quello di imparare a comportarsi quando si è in difficoltà, di non arrendersi davanti ai problemi – non solo nell’ambito sportivo, ma della vita. Adoro insegnare!
Arrendersi mai…!?
Il mio impegno a non arrendermi mai è tutto dovuto alla mia famiglia, al mio mental coach e al mio ragazzo. Senza di loro non sarei riuscita a reagire a un periodo difficile che risale a due anni fa, quando, oltre ad avere dei problemi fisici, ho avuto la mononucleosi che mi ha debilitata per circa 10 mesi. Ho scoperto la malattia solo dopo un periodo, durante il quale i miei allenamenti non producevano risultati – non soltanto di posizioni, ma anche fisici. Non avevo miglioramenti, ma solo peggioramenti.
Solo dopo aver curato il virus ed essermi riposata ho ricominciato e mi sono tolta qualche soddisfazione.
Quell’anno è stato difficile. Ho avuto contrasti con i miei genitori e con gli amici ed è stato grazie all’aiuto del mio mental coach che sono riuscita a risollevarmi e a riavere una mente positiva.
Molti si fanno tanti pregiudizi, ma non c’è nulla di cui vergognarsi: il supporto mentale aiuta moltissimo e, per quanto riguarda me, non mi ha fatto abbandonare tutto e mi ha insegnato a non accontentarmi. Credo sia un’arma stupenda!!! ????????
Per questo devo solo ringraziare i miei genitori, il mio coach e il mio ragazzo, per avermi dato questa possibilità e per avermi supportata a livello mentale in un periodo veramente deludente. Anche se le gare o addirittura tutto l’anno non andavano come volevo, mi hanno insegnato che non bisogna arrendersi. La vita ci riserva le sue difficoltà dietro ogni angolo e in ogni secondo.
Sono determinata, ora, in tutti gli aspetti: scolastico, lavorativo, sportivo. Non cedo mai, non mi accontento mai e imparo sempre cose nuove… ecco come sono. ????????
Per il prossimo anno ho delle aspettative più alte. Sogno e mi impegno sempre di più!!!!”
Sei stata nominata da Noemi Pilat con la seguente motivazione…:
“Non molla mai e trova sempre il lato positivo in ogni momento. Ha le sue soddisfazioni e se anche una gara le va male non si butta mai giù. Trova sempre quel qualcosa che la fa divertire…”.
Cos’hai pensato appena ti abbiamo contattata e cosa ti ha portato ad accettare la nomination?
Appena sono stata contattata sono rimasta stupita perché non ho mai fatto interviste, non sono molto “social” e questo mi ha entusiasmato!!
Poi sono stata felice della frase di Noemi, che è proprio ciò che mi rappresenta. Oltre ad essere una grande amica, mi capisce al volo!!
Quanto è importante secondo te essere spinti sin da piccoli a provare varie attività sportive e per quali motivi?
Secondo me è importantissimo svolgere attività sportive da piccoli, non solo perché sono attività educative, ludiche e fisiche, ma anche perché è giusto che sin da piccoli occupiamo il tempo libero a migliorare noi stessi, a stare bene, fare anche tante amicizie e viaggiare in posti nuovi.
Credo che sia fondamentale provare tutti gli sport (io ho provato danza, karate, pallavolo e nuoto agonistico per molti anni, ne ero innamorata).
C’è stato un fattore scatenante a portarti a decidere di abbandonare il nuoto agonistico per dedicarti completamente e seriamente al ciclismo?
Il nuoto agonistico era molto stressante e impegnativo. Ero anche più piccola e, allenarsi prima di andare scuola e poi tornare il pomeriggio, era frustrante.
Ho abbandonato nuoto perché la bici mi faceva provare benessere in ogni momento, come ora. Non mi sento mai stressata quando mi alleno, cosa che succedeva invece col nuoto.
Da allora, ti manca o ti è mai mancato il nuoto? Se sì cosa in particolare?
Mi manca il nuoto, ma vado molto spesso in piscina in inverno. Per la preparazione invernale, credo sia molto utile al fine di migliorare la resistenza e il fiato.
Mi manca sì, ma la MTB mi fa sentire ancora più libera e spensierata.
Vedi nel ciclismo e nel nuoto qualche assonanza o pensi che siano due attività completamente differenti?
Io credo che il nuoto e la bici abbiamo una cosa in comune: giochi da solo – se pensiamo a gare singole. Anche nel nuoto (non nella staffetta), gareggi contro te stesso. Sei da solo ad affrontare una salita o una vasca.
Credo che la parte mentale influisca su ogni cosa, ti dà la forza e la convinzione per fare tutto.
Pratichi xc, qualche granfondo, ti piacerebbe approfondire con l’xce e da qualche tempo ti dedichi all’enduro. Perché questa varietà e cosa ti piace di ciascuna specialità?
Adoro la multidisciplinarietà, credo che sia la cosa più importante per tutti noi. L’enduro mi serve per essere migliore nelle discese dell’xc, le granfondo per migliorare la resistenza, l’xc per la reattività e la forza, l’xce per la potenza. Tutto è fondamentale.
Per me ogni disciplina va praticata e provata perché ti permette di migliorare e superare i tuoi limiti.
Nell’insegnare ai giovanissimi della tua squadra la MTB e i suoi valori, ti capita di ritrovarti a imparare qualcosa da loro? Se sì, cosa?
Amo insegnare, è stata la scelta migliore che potessi fare.
Per questa domanda faccio l’esempio di un ragazzino a cui insegno: ha dei problemi psico-motori per cui prende certe pastiglie per migliorare l’elasticità e il movimento di muscoli e arti. È stato uno dei ragazzi che più ha trasmesso tenacia, forza, resistenza. Nonostante le sue problematiche fisiche, nulla lo ferma, niente lo blocca e, soprattuto, nessuno gli impedisce di fare.
Da loro imparo che nella vita ogni secondo è unico, come ogni “impennata” in bici.
Loro insegnano la bellezza della vita e di ogni momento condiviso con le altre persone.
Il fatto che il numero di bambini che si avvicinano alle ruote grasse sia in continuo aumento, a cos’è dovuto secondo te?
A dei maestri divertenti e unici!! Scherzo….
Credo che questo sport sia una scuola di vita, in cui si imparano non solo le tecniche in bici. Insegna cos’è il sacrificio, a sapersi organizzare, ti fa fare tantissime conoscenze e amici e ti fa, soprattutto, viaggiare!!
Ti dividi tra gli allenamenti, le gare, l’insegnamento ai bimbi e lo studio all’università. Come riesci a gestire i tuoi mille impegni?
Non sono mille impegni!!! Tutto è possibile, e anzi, forse è ancora poco!! ????
Grazie al mio mental coach ho imparato ad essere più organizzata e ordinata. Elementi che mi sono serviti e mi servono anche tutt’ora.
Se avessi la possibilità di mollare tutto e partire domani mattina… dove andresti?
Dove andrei?? Dipende dal conto in banca!! Ahaha.
A parte ancora gli scherzi… Svizzera, per imparare a wippare da Nino Shurter (Campione del Mondo MTB per 7 volte).
Il ciclismo femminile in Italia è ancora molto discriminato rispetto al maschile. Qual è il tuo pensiero al riguardo e come pensi che le Istituzioni e la F.C.I. si debbano muovere al fine di promuoverlo maggiormente?
Credo che noi giovani donne atlete del mondo del ciclismo dovremmo cimentarci nella politica sportiva, in modo da far capire e conoscere la vera realtà del ciclismo femminile.
Ci hai anticipato di avere delle aspettative più alte per l’anno prossimo… ti va di condividerle con noi?
Per superstizione, preferirei non condividere le mie aspettative… ahaha.
I tuoi sogni di donna, invece?
Il mio sogno da donna: avere una famiglia unita, che faccia tanto sport di qualsiasi tipologia, laurearmi in scienze dell’educazione e magari fare qualche master di specializzazione sulla comunicazione (ma intanto pensiamo a laurearci).
La tua nomination e la motivazione…?
Nomino Giovanna Troldi, donna che stimo tantissimo perché oltre a far del bene per sé stessa, lo fa anche agli altri, aiutando persone disabili che hanno delle difficoltà: corre in tandem con una ragazza non vedente e sono state anche Campionesse Italiane.
Ilenia Milanese
Courtesy by cicliste.eu