Da Schongau a Landsberg am Lech e Monaco di Baviera
Il terzo viaggio in mountain bike inizia dalle Alpi Bavaresi e segue il fiume Lech fino a Landsberg per raggiungere infine Monaco di Baviera.
Venerdì 2 Giugno 2017
E’ già trascorso un anno dalla nostra ultima avventura in bicicletta in Germania: il tempo scorre inesorabile, ma la passione per la mountain bike che ci lega è sempre più irrefrenabile.
E così ci ritroviamo di nuovo, Daniele ed io, ad affrontare quella che per noi è diventata una tradizione: scoprire ogni anno luoghi a noi sconosciuti della Baviera, terra di montagne e colline, di laghi alpini e fiumi selvaggi, di antiche città e castelli da favola.
L’obiettivo del nostro terzo viaggio è raggiungere Monaco facendo tappa a Landsberg am Lech, dopo essere partiti da Oberammergau.
E’ mattina presto quando si parte per la Germania. Le biciclette sono già in auto e l’eccitazione per la nuova avventura ci vede felici come due bambini al luna-park.
Il viaggio è tranquillo fino a venti chilometri dal Brennero, dove una coda inaspettata ci costringe a uscire dall’autostrada e a proseguire sulla statale: un’occasione per vedere da vicino i paesini di confine, ultimo lembo d’Italia, anche se di Italiano c’è poco, visto che il Sud-Tirolo ha mantenuto intatte le proprie tradizioni e la propria cultura Austriaca. In fondo è bello così, l’Alto Adige mi piace anche per queste contraddizioni.
Dopo Innsbruck proseguiamo verso Mittenwald, in Germania, ma la nostra prima tappa è Garmisch Partenkirchen, dove, alla ricerca di un supermercato per riempire l’auto di birre, troviamo un’autentica mecca per i bevitori! Ci fermiamo all’ingresso della città in una rivendita con una scelta di marchi di birre mai vista prima: alla fine dobbiamo quasi smontare i sedili per fare entrare le casse di birra nell’auto visto che ci sono biciclette, ruote e bagagli.
Soddisfatti degli acquisti, ripartiamo per Oberammergau: non manca molto, forse una trentina di chilometri attraverso una bella strada alpina che ci da l’opportunità di vedere seppur di sfuggita l’Abbazia di Ettal autentica perla benedettina in terra tedesca.
Oberammergau è una cittadina ben curata, con le tipiche case alpine decorate all’esterno con affreschi di vita di montagna. Decidiamo di parcheggiare l’auto nei pressi della stazione ferroviaria, che qui è il capolinea del treno proveniente da Monaco di Baviera.
E’ l’una e un quarto del pomeriggio: il tempo di scaricare le biciclette, montare i bagagli e indossare l’abbigliamento tecnico che, improvvisamente, nel giro di cinque minuti il cielo, inizialmente poco nuvoloso, diventa sempre più tetro. Dai monti sopra Oberammergau si vede solo un cielo sempre più buio che non promette nulla di buono e infatti cominciamo a sentire qualche goccia.
Considerando che il sole splendeva fino a mezz’ora prima, siamo portati a pensare che sia una nuvola passeggera e ci rifugiamo nei pressi del parcheggio di un discount lì vicino, sotto la tettoia dei carrelli per ripararci dalla pioggia. Ma il nostro ottimismo si tramuta ben presto in rassegnazione. Continua a piovere e la temperatura scende notevolmente: impensabile coprirci con gli impermeabili e affrontare i settantacinque chilometri che ci separano da Landsberg am Lech in queste condizioni. Avevamo valutato la possibilità che il tempo non fosse clemente, ma non pensavamo che ci avrebbe fermato ancora prima di partire. La delusione è grande e i nostri pensieri non sono certo dei migliori. Se piove tutto il giorno, saremo costretti a rinunciare alla prima tappa e a raggiungere Landsberg in auto: davvero una fregatura.
Sono quasi le tre del pomeriggio quando decidiamo di smontare bici e bagagli e ricaricare tutto in auto, non senza qualche difficoltà perché piove e all’interno dell’auto abbiamo bagagli, accessori e casse di birra alla rinfusa.
Un lavoro certosino, fatto di pazienza mista a delusione ci vede di nuovo in auto verso Landsberg: il paesaggio che ci lasciamo alle spalle è bellissimo e tutto questo rende l’atmosfera ancora più triste. Davvero una brutta giornata!
Decidiamo di fare un passaggio al negozio di biciclette Radlstall dove avevo preso contatto quando progettavo il nostro viaggio: sapevo che era qualcosa di unico, ma quando arriviamo in questo piccolissimo borgo contadino dalla tipica architettura bavarese, rimaniamo a bocca aperta. Quella che una volta era una stalla oggi è un bellissimo negozio di biciclette dove fanno bella mostra di sé marchi americani, tedeschi e italiani tra i più prestigiosi. Hans, il proprietario è un ragazzotto con la barba, un po’ in carne, quasi il prototipo del tipico biker da moto, non certo da mtb. La sua simpatia è contagiosa: ci accoglie come se ci conoscesse da sempre, quando in realtà il nostro è solo un contatto su Facebook e nulla più. Eppure anche in quest’occasione abbiamo la conferma di quanto una passione in comune come la mountain-bike, possa essere il miglior veicolo per nuove amicizie.
Gli raccontiamo della nostra disavventura, della nostra delusione per il maltempo, ma lui si dimostra ottimista. Se proseguiamo fino a Schongau, poi potremmo lasciare lì l’auto e proseguire in mtb, perché il tempo sta volgendo al bello. Anche noi ci speriamo e l’obiettivo di raggiungere la stazione ferroviaria di Schongau l’avevamo già preso in considerazione. Hans ci offre un caffè e ci presenta la sua famiglia: il figlio piccolo corre in mezzo a gioielli da 5-6-7 mila euro, ma nessuno sembra preoccuparsi che possa urtare qualche mountain-bike facendola cadere.
E’ un’atmosfera surreale: tutti sorridenti, lui, la moglie, gli amici che nell’officina del negozio stanno sistemando le bici. Una serenità che la dice lunga sulla scelta di Hans di rinunciare alla vita in città per stare in quest’angolo remoto della Baviera. Dove peraltro il lavoro va bene, perché Radlstall è ormai un marchio che identifica la mountain-bike di alto livello: qui i clienti arrivano da tutta la regione, perché sanno di trovare un’ampia scelta di marchi e soprattutto la competenza e simpatia di Hans.
Quando ripartiamo verso Schongau, ha smesso di piovere e il sole fa capolino. Ci è ritornato l’ottimismo. E infatti, quando raggiungiamo la stazione ferroviaria, non abbiamo più dubbi. Si può affrontare almeno la seconda parte della tappa del primo giorno. Certo ci siamo lasciati dietro le Alpi Bavaresi e una parte di percorso davvero unico, ma l’idea di poter comunque salire in bici ci fa star bene.
Sono le 16,00 quando in sella alle nostre biciclette affrontiamo una ripida salita al 14% che ci porta nel centro storico della cittadina: un bell’esordio per essere il primo chilometro di viaggio!
Ma ne vale la pena perché la piazza del paese è davvero carina, con diversi locali e tavoli all’aperto dove alle immancabili belle ragazze del luogo chiediamo di immortalare il nostro momento.
C’è il sole…si parte!
Scendiamo dalla città alta e cerchiamo non senza qualche difficoltà le indicazioni per la Romantische Strasse che attraversa Schongau provenendo da Fussen in direzione di Augsburg, l’antica città romana di Augusta.
Una volta raggiunta la pista ciclabile il nostro viaggio può dirsi finalmente iniziato. Il tracciato scorre parallelo al fiume Lech che in diverse occasioni incontreremo nella giornata odierna.
Dopo dieci chilometri entriamo nel paesino di Kinsau dove, in prossimità di un incrocio troviamo indicazioni dettagliate sulla distanza che ci separa da Landsberg. Approfittiamo della sosta per una pausa e salutiamo i bambini che nella fattoria di fronte stanno giocando a nascondino. Bello assaporare questi momenti: il tempo sembra si sia fermato in questo villaggio, dove tutto scorre più lento e sicuramente chi vive qui può ritenersi fortunato.
Una volta ripartiti la strada scorre veloce fino all’imbocco del ponte sul fiume Lech: siamo a Lechmulen, per l’appunto e attraversiamo il fiume per raggiungere la riva destra. E qui la sorpresa che non ti aspetti: due bei tornanti in salita in mezzo al bosco prima di ritornare sul falsopiano che ci accompagnerà fino alla prima tappa della giornata. Non ce li aspettavamo, ma dopotutto oggi non abbiamo avuto dei gran dislivelli, dunque non è il caso di lamentarsi.
Non manca molto alla nostra meta quando riprendiamo il percorso sterrato che attraversa il bosco a ridosso del fiume. Incontriamo bikers e runners che trascorrono le ultime ore della giornata in questa bellissima oasi dal nome evocativo, Landsberger Wild Park: c’è anche un bel ristorante con un bel po’ di gente che prende l’aperitivo.
Proseguiamo fino a quando non sentiamo un forte rumore d’acque scroscianti: è la diga sul fiume Lech della centrale elettrica della città. Una bella opera ingegneristica che ci obbliga a una sosta per una foto ricordo dove le acque si gettano con un salto di almeno 10 metri.
Una volta ripartiti il bosco ci porta a Landsberg: uscendo dalla pista ciclabile tra gli alberi ci ritroviamo nel centro della città.
Situata sulla celebre Romantische Strasse, il percorso turistico che segue, in direzione nord-sud, l’asse tra le città di Füssen e Würzburg, Landsberg am Lech sorse all’incrocio di due vie romane: la via Claudia e la via del sale.
Il nucleo cittadino sorgeva sulla riva destra del fiume Lech, dove si può riconoscere il centro storico. Lo sviluppo della città, comunque continuò fino alla fine del XIX secolo soprattutto sull’altra sponda del fiume (dove si trova oggi gran parte della cittadina, con i quartieri di Katharinenvorstadt, Neuerpfting, Weststadt e Schwaighofsiedlung). Nel 1923 la città acquistò improvvisa notorietà perché nelle sue prigioni, a seguito del putsch di Monaco, fu incarcerato Adolf Hitler, dove scrisse il suo trattato Mein Kampf. Dopo la parentesi del nazismo e della guerra, la città gode oggi di un’economia fiorente grazie ad un’attività dinamica e ben diversificata.
Entriamo nel centro storico passando sotto la bellissima Bayertor, una porta-torre di origine medievale. Il cuore della città è l’Hauptplatz dove si trovano tre monumenti molto importanti: il Rathaus (municipio), la fontana Marienbrunnen e lo Schmalzturn, resti di antiche fortificazioni, risalenti al XIII secolo.
L’aspetto urbanistico di Landsberg deve molto alla sua suggestiva posizione in riva al fiume, sulla cui riva sinistra del fiume Lech sorge una torre dall’aspetto fiabesco, chiamata Mutterturm, che fu fatta erigere a fine Ottocento dal pittore Hubert von Herkomer.
Il nostro hotel è proprio dietro alla cattedrale: non potevamo scegliere un posto più bello.
Ad accoglierci il simpaticissimo Michael, un ragazzo che si dimostra subito gentile e disponibile, con il quale è impossibile non fare amicizia. Ci racconta dei suoi viaggi in giro per il mondo quando chiude l’albergo in bassa stagione: si capisce che la sua gentilezza è sincera e fa piacere conoscere persone così. La sera ceniamo in un bel ristorante con tavolo proprio sopra le acque di un canale che scorre in città. La sensazione è che in questa città si viva davvero bene e, infatti, è al top tra le città più vivibili di tutta la Germania. Dopo una passeggiata nel centro, dove tra l’altro c’è anche un discreto movimento di giovani, ci rifugiamo in hotel. Domani ci aspetta una bella tappa!
Sabato 3 Giugno
Le campane della cattedrale di Landsberg ci svegliano alle sette: una splendida giornata di sole illumina la città. I riflessi colorano i fiori esposti sui davanzali dei palazzi medievali che ci circondano. Un invito a partire per un’altra tappa del nostro viaggio.
Lasciato l’hotel decidiamo di visitare la parte più famosa della città: il carcere in cui fu imprigionato Adolf Hitler e dove scrisse “Mein Kampf”. Proviamo a chiedere ai passanti indicazioni per raggiungerlo, ma sembra quasi che lo conoscano più per aver “ospitato” recentemente l’ex presidente del Bayern Monaco, Uli Hoeness, condannato per evasione fiscale, che non piuttosto per aver avuto il fondatore del Nazismo tra i suoi detenuti.
Ci addentriamo poi nel parco più famoso della città dove coppie di sposi si fanno fotografare nel giorno del loro matrimonio, quindi ci dirigiamo verso est in direzione di Monaco. Una volta trovate le indicazioni dell’Ammersse Radweg, il percorso corre a nord della strada nazionale, ma per nostra negligenza, ci ritroviamo a correre a sud della strada, sempre comunque su una bella pista ciclabile.
Raggiungiamo dopo circa un ora l’abitato di Greifenberg dove ci fermiamo nei pressi di un vecchio distributore di benzina che espone cimeli automobilistici degli anni settanta. Da qui proseguiamo verso il lago e per raggiungerlo attraversiamo una bella zona residenziale, con case di villeggiatura molto signorili. L’ingresso al lago attraversa un bosco, ma una volta arrivati a riva, ci accorgiamo che è impossibile stare in quel punto tante sono le zanzare. Sarà per le piogge dei giorni precedenti e per la calda giornata odierna, ma è davvero impossibile pensare di abbronzarsi in quella spiaggia: eppure i bagnanti incuranti delle zanzare sono a decine.
Daniele scappa subito, io mi sacrifico cinque minuti, giusto il tempo di scattare qualche foto.
Ritornati sul nostro percorso, la strada sale leggermente in prossimità della località turistica di Inning am Ammersee dove i cittadini di Monaco amano trascorrere il fine settimana. Oggi fa caldo, forse troppo e, infatti, cominciamo a sentire la fatica prima del previsto.
Quando la pista ciclabile entra nel bosco Wildmoos, troviamo sollievo all’ombra e l’idea di fare una deviazione per andare a salutare gli amici di Sog Events, l’agenzia che organizza la 24 ore di Monaco all’Olympia Park, ci sembra azzeccata. Raggiunto l’hinterland della capitale Bavarese, deviamo a nord in direzione di Alling, il paesino dove abitano Michaela e Roland, conosciuti nel 2011 in occasione della trasferta del Bike Tribe a Monaco per partecipare alla City Bike Marathon. La loro simpatia e cordialità è contagiosa, e mai come oggi con quasi 30°C all’ombra, bere qualcosa nel loro giardino di casa, ci da sollievo. Parliamo dei nostri progetti, degli eventi organizzati in Germania dalla loro agenzia e poi li salutiamo, con la promessa di valutare la loro proposta di partecipare alla ventiquattro ore in mtb all’Olympia Park.
Rinvigoriti affrontiamo gli ultimi 25-30 chilometri che ci separano da Marienplatz, il nostro punto di arrivo. Il caldo opprimente non ci aiuta e, tanto per gradire, sbagliamo strada a causa dei lavori in corso sulle strade di accesso alla città. Alla fine riusciamo a ritrovare le indicazioni per il centro città e Marienplatz non è più un miraggio.
Sono le 16,00 quando finalmente siamo davanti al Rathaus, il municipio di Monaco. Poi via verso l’English Garden, il parco cittadino dove i Monacensi prendono il sole e fanno il bagno sui tanti canali che lo attraversano. Ogni volta che ritorniamo in questa meraviglia della natura costruita dall’uomo alla fine dell’ottocento, rimaniamo a bocca aperta. Vedere tutta quest’umanità che gode della bellezza di questo luogo, un immenso parco urbano, il secondo in Europa per dimensioni, dopo Hyde Park di Londra, ci lascia esterrefatti. Immaginare una cosa del genere in Italia sembra un’utopia, ma forse qualcosa si sta muovendo anche da noi.
Sorseggiamo le nostre birre al Chinesischer Turm, il Biergarten al centro del parco dove c’è una ressa infernale: è sabato pomeriggio e fa un gran caldo, dunque era inevitabile trovare tutta questa gente.
Raggiungiamo quindi il nostro hotel a Schwabing, dove ormai siamo di casa: il direttore ci ha riservato un posto sicuro per le nostre biciclette e una bellissima camera. Il tempo di una doccia ristoratrice senza dimenticare il dopo sole, perché quando ci guardiamo allo specchio ci accorgiamo di essere a righe biancorosse, semi-ustionati dove non eravamo coperti dall’abbigliamento da ciclismo. Forse avremmo dovuto pensarci prima usando una protezione dal sole, ma era impensabile trovare una giornata simile, considerata la pioggia di ieri.
La serata è davvero bella: optiamo per un giro in centro, quindi verso il Bahnwarter Thiel in Tublingerstrasse, un’area riconvertita a spazio sociale con Street Food e musica. Non siamo però convinti dell’offerta culinaria delle varie bancarelle e ci rifugiamo alla Paulaner Brauhaus di Kapuzinerstrasse, dove il menù è tipicamente bavarese. Ultima passeggiata in centro nel tentativo di trovare un locale dove si possa vedere la finale di Champions League.
Nel nostro girovagare finiamo alla stazione centrale dove il locale che ci accoglie si chiama “Rubenbauer” e dove scopriamo che la Juventus sta perdendo tre a uno. Non è questa l’occasione per raccontare le nostre sensazioni: possiamo solo dire che essendo entrambi Milanisti, non siamo particolarmente dispiaciuti per il risultato.
Domenica 4 Giugno
Nel tragitto dall’hotel alla stazione centrale attraversiamo la zona dei musei, dove troviamo una panetteria pasticceria molto interessante che propone un’ampia scelta di dolci e brioss per la colazione.
Da qui all’Hauptbahnhof sono due chilometri: arriviamo con largo anticipo al nostro binario dove saliremo sul treno che ci riporterà a Schongau. Anche in quest’occasione le ferrovie tedesche si dimostrano un modello di efficienza. Carrozze pulite, spazio riservato alle biciclette, e puntualità assoluta ad ogni stazione.
Il viaggio è scorrevole e quando il treno inizia ad inoltrarsi tra le colline e i laghi che fanno da cornice alla Alpi, la voglia di ripartire prende il sopravvento. Non possiamo fare a meno di pensare al prossimo viaggio: manca ancora un anno, ma la tradizione vuole che si pensi già all’itinerario successivo ancora prima di ritornare a casa. E così Daniele ed io ci diamo appuntamento al 2018 per il nostro quarto viaggio in mountain-bike sui sentieri della Baviera!