Sbarca in Italia l’associazione internazionale no-profit che si occupa dello sviluppo dei sentieri per la mountain bike. Cosa aspetti unisciti a noi ed entra a far parte della più grande community al mondo di biker, siamo oltre 35mila in 30 paesi, con il tuo supporto saremo entrambi più forti e potremo lavorare assieme per garantire l’accesso ai sentieri, far crescere il nostro sport e le strutture per praticarlo in libertà!
Saluto del Presidente Europeo IMBA
‘Siamo estremamente soddisfatti di vedersi realizzato questo importante passo avanti in Italia. IMBA Italia unirà differenti gruppi che già operano sul territorio lavorando con le comunità ed i proprietari dei terreni per salvaguardare l’accesso ai sentieri e svilupparne di nuovi. Questi sforzi, non sempre palesi al mondo esterno, sono di un valore inestimabile per lo sviluppo ed il futuro della mountain bike. Per questo motivo siamo certi che IMBA Italia otterrà un vasto sostegno dalla comunità dei mountain biker Italiani e l’industria del ciclismo per vedere più persone in bici e creare in tutta Italia stupendi sentieri per i biker.’
Harold Veldkamp
Presidente IMBA Europe
Saluto del Presidente IMBA USA
‘La nascita di IMBA Italia è un eccellente passo in avanti per lo sviluppo della mountain bike e del turismo in Italia. Congratulazioni!’
Mike Van Abel
Presidente dell’International Mountain Bicycling Association (IMBA)
Storia della sentieristica per la mountain bike
Le prime biciclette erano indubbiamente delle mountain bike. Nel 1800 infatti, quando le biciclette cominciarono a circolare in Europa e negli Stati Uniti, ci si spostava soprattutto attraverso strade sterrate e sentieri. La mountain bike come attività ricreativa nasce negli anni 70 quando qualche decina di hippy e stradisti controcorrente cominciarono a trasformare vecchie ma robuste bici mono-marcia, le cosiddette clunkers, in qualcosa di più adatto alle montagne aggiungendo il cambio posteriore e potenziando i freni. Ad inizio anni 80 le prime mountain bike di produzione di massa cominciarono ad essere distribuite attraendo quindi legioni di nuovi rider allo sport della mtb. Con la crescita, crebbero anche le questioni relative alla regolamentazione del mountain biking. Per qualche anno lo sport della mountain bike fu un’attività prettamente Statunitense e le questioni commerciali, economiche e di regolamentazione e condivisione dei sentieri con altri utilizzatori crebbero creando sia opportunità che problemi. All’inizio, escursionisti a piedi e a cavallo accolsero i mountain bikers come curiosa novità ma con la crescita della mountain bike e la preoccupazione per la sicurezza e per la sostenibilità ambientale (un mezzo meccanico sui sentieri era una cosa comunque strana e non compresa da tutti), iniziarono draconici divieti alle mountain bike sui sentieri. Non c’era dialogo e non si era preparati.
La nascita di IMBA
Nel 1983, un gruppo di appassionati bikers fondò NORBA, National Off-Road Bicyclists Association, per regolamentare le competizioni e per migliorare i rapporti con le autorità ambientali e gli altri utilizzatori di parchi e sentieri. Con le competizioni che presero decisamente piede, ci si rese conto che una organizzazione dedicate fosse necessaria. Nel Marzo 1988, 5 club Californiani si unirono per formare la International Mountain Bicycling Association (IMBA). IMBA fu fondata nella convinzione che bikers responsabili ed organizzati potessero dialogare con le autorità ambientali ed altri fruitori di sentieri per gestirne le attività. I fondatori sentivano che rider esperti potessero educare i nuovi su sicurezza, su mountain biking responsabile e sostenibile a livello ambientale, influenzando altri rider, produttori, organizzatori di eventi, negozi, e i media. Negli anni a seguire IMBA ha lavorato con altri gruppi che sostenevano il ciclismo, volontari, autorità e tecnici ambientali per definire i punti cardine della gestione del mountain biking. Identificarono tre punti generali: sicurezza, impatto ambientale e conflittualità tra gli utilizzatori. I primi rappresentanti di IMBA erano determinati a dimostrare che queste questioni potessero essere mitigate attraverso un’ attenta pianificazione e gestione. Lo stesso principio vale ancora oggi.
IMBA oggi
La mountain bike è diventata popolare in tutto il mondo e chi gestisce il territorio ed i vari gruppi di fruitori di sentieri hanno preso atto della legittimità del mountain biking (responsabile) nelle aree naturali aperte al pubblico. Con la crescente approvazione del mountain biking molte delle chiusure a tappeto avvenute negli USA sono state ritirate e la regolamentazione è ora meno netta e più specifica per territorio. Adesso ci sono accordi tra IMBA, club affiliati IMBA, agenzie di gestione del territorio mirati non solo a promuovere la mountain bike ma anche ad utilizzarla per promuovere e migliorare l’uso della risorsa ambiente (ed in alcuni casi con un impatto economico per le località assolutamente non trascurabile). Altri paesi hanno applicato il modello USA ed altri ancora hanno sviluppato un loro approccio originale ed unico. IMBA e lo sport della mountain bike sono cresciuti e le questioni sicurezza, impatto ambientale, e condivisione non conflittuale tra fruitori rimangono.
IMBA Europe e IMBA Italia
La mountain bike è ora un’attività a livello planetario e i bikers si sentono parte di una comunità, parlano un loro linguaggio, si ritrovano per gareggiare o andare in vacanza in mountain bike ed in molti casi sono tanto appassionati di bici quanto di ambiente. Ma la natura (la palestra della mountain bike) è fragile e l’esplosione dello sport può danneggiarla se la questione non viene gestita. IMBA Europa è nata formalmente (anche se c’erano già diversi focolai nel vecchio continente) nel maggio 2012 con un’assemblea costituente a Zurigo. La volontà e l’impegno di IMBA era quella di far fede alla denominazione stessa dell’associazione. Mike Van Abel, Direttore di IMBA, aveva ammesso che la denominazione “International” doveva a quel punto trasformarsi da promessa a realtà, a costo (aveva ammesso Van Abel più serio che in vena di battute) di cambiare il nome omettendo “International” se non ci fosse riuscito sotto la sua guida. I primi programmi di IMBA Europe prevedevano di censire, delegare ed organizzare i membri dei paesi europei. IMBA, IMBA EU e le associazione nazionali (inclusa IMBA Italia) sono non-profit e si sostengono principalmente con il contributo dei membri che sia essi singoli o associazioni.
Al successivo summit IMBA Europe tenutosi a Cercedilla (Spagna) nel Marzo 2014, l’Associazione Happy Trail MTB è stata delegata come membro Italiano di IMBA ed è attiva da quest’anno sotto il nome IMBA Italia ed il logo con il tricolore ufficialmente autorizzato da IMBA. Il Presidente Beppe Salerno ed il Vice Presidente Edoardo Melchiori si sono messi subito al lavoro tenendo i contatti con i molti interessati che hanno accolto la notizia con entusiasmo ma anche con idee un po’ nebulose su cos’è IMBA. Alla domanda cos’è IMBA Italia Beppe Salerno – che si occupa come professione di cicloturismo – risponde così: “E’ la rappresentante Italiana di tutto ciò che la mountain bike rappresenta secondo la filosofia IMBA e cioè rispetto, sostenibilità, trails superbi per noi e per le prossime generazioni di bikers”. Ma anche impegno come ricorda Edoardo Melchiori che cura anche la comunicazione: “Ognuno deve fare la sua parte. I volontari che lavorano sui sentieri devono diventare gli eroi dello sport mentre adesso sono spesso visti soltanto come quelli che hanno saltato la pedalata”.
Continua Melchiori, “Per rimanere informati consigliamo la nostra pagina FB e la newsletter. Stiamo integrando alcune parti del sito con IMBA Europe per una gestione semplificata e simultanea dei contatti, inclusa la possibilità di fare le donazioni dal sito”.
I Numeri
- 35.000 membri IMBA diretti ed oltre 80.000 tramite i club affiliati,
- presente in 30 paesi,
- network IMBA Europa 120.000 biker,
- 800 membri corporate (aziende produttrici e negozi),
- oltre 700.000 ore di volontariato all’anno sui sentieri,
- 36.800 km di sentieri creati o curati.
Supporters
A livello internazionale, IMBA vanta sostenitori di altissimo livello (SRAM per citarne uno ha sponsorizzato la nascita di IMBA Europe con Primal e Niner che si sono impegnati all’ultimo Eurobike). Le case produttrici hanno da anni sposato la causa IMBA con un approccio olistico che non si limita a spingere la vendita di biciclette, abbigliamento e componenti, ma crea piuttosto i presupposti per lo sviluppo sostenibile a lungo termine della mountain bike. Loro, come IMBA, hanno nella loro mission di creare fantastiche esperienze in mountain bike.
I programmi
I primi obiettivi di IMBA Italia sono di informare sulla nascita di IMBA in Italia e di educare alla mountain bike sostenibile IMBA attraverso comunicazione, eventi, corsi (il primo corso di trail building si terrà ad Aprile), passaparola da parte di sostenitori ed “evangelizzatori”, di fare crescere la base di sostenitori, di partecipare con IMBA EU a bandi europei per intercettare fondi per la manutenzione e creazione di sentieri e relativi programmi, di creare un calendario di momenti di interazione (escursioni e week-end di info-aggregazione e partecipazioni a fiere ed eventi). A breve, IMBA Italia divulgherà il questionario che IMBA EU ha predisposto per avere la base di dati che permetterà di capire chi sono i bikers europei e di ragionare su obiettivi di sviluppo. Ad oggi in Italia si stimano circa mezzo milione di mountain bikers attivi, ma la cifra potrebbe essere sotto stimata considerando i ciclisti meno addentro allo sport ma comunque praticanti. IMBA Italia vuole essere una voce autorevole e competente in materia di sentieristica per la mountain bike. L’obiettivo a lungo termine è quello di arrivare ad interloquire con i legislatori e le autorità ambientali (parallelamente a quanto fa IMBA EU a Bruxelles) per poter fare sentire la voce dei biker e per promuovere leggi e regole mtb-friendly o almeno eque e con decisioni basate su dati e fatti.